Preghiera mese di Giugno 2016

Questo mese Giuseppe e Camilla di San Lazzaro propongono una omelia di Arturo Paoli che stimola ogni cristiano, ed in particolare ogni famiglia cristiana, ad adoperarsi per “amorizzare il mondo”.

Dal Vangelo secondo Marco                            12,28-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».

E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore

 

AIUTARE CRISTO AD AMORIZZARE IL MONDO

Bisogna comprendere, una volta per tutte, che Gesù non vuole essere adorato e non vuole neanche essere ricordato, Gesù vuole essere noi. È molto importante capire che la nostra religiosità non consiste nel rivolgersi a una divinità anonima, a un idolo, ma è proprio l’inverso, dal momento che avendo ricevuto la pienezza di grazia, la pienezza di vita che ci è stata donata attraverso la nostra resurrezione, siamo noi stessi che dobbiamo andare agli altri. Crescere nella vita religiosa vuol dire crescere nella cura di farci azione concreta di Cristo nel mondo. Questo, può non sembrare, ma è molto semplice; non facile, ma semplice. Ci interroghiamo sulle ragioni per cui noi stiamo al mondo, sul perché andiamo alla messa o partecipiamo alle preghiere, e spesso non troviamo risposta alle nostre domande. Il senso è uno solo: diventare soggetto d’amore. La sola preoccupazione di Gesù è amorizzare il mondo. Questo concetto ve lo ripeto di continuo perché vorrei che diventasse non la vostra ossessione, ma un pensiero costante: il senso della nostra vita è quello di partecipare attivamente all’azione di Gesù per amorizzare il mondo.

Il cristiano non può essere indifferente, non può pensare solo a se stesso, perché così facendo significa che non ha accolto lo spirito di Gesù, che riceviamo in modo particolare attraverso l’eucaristia. Ed è questo spirito che ci inquieta, che non ci lascia in pace, che avvertiamo come apparentemente duro e difficile, ma allo stesso tempo anche misteriosamente gioioso e positivo. Sentire dentro di noi la forza dello spirito, che non sappiamo esprimere a parole, che ci inquieta, che ci tormenta quasi, costringendoci a interrogarci: come posso aiutare Cristo ad amorizzare il mondo? Cosa posso fare per combattere in me tutte le tentazioni contro l’amore? Come posso donarmi a questo amore per essere una persona utile al mondo, per contribuire a cambiare questo mondo così tormentato, ingiusto e confuso?

Quando venite alla messa domenicale non fate qualcosa di diverso rispetto agli altri giorni della settimana – o per lo meno dovrebbe essere così – venite per accogliere questo amore, disposti anche ad accettare il tormento che porta con sé. È vero che il segno dello Spirito Santo è pace e gioia, ma allo stesso tempo è anche inquietudine e tormento, è sentire che tutto quello che di male, di doloroso, di ingiusto, avviene intorno a noi, ci concerne. Ci riguarda perché non siamo esseri passivi e inutili.

Durante tutto il tempo pasquale ci è stato ricordato che Gesù non è venuto al mondo per star solo, ma per ingaggiarci come suoi collaboratori, per non lasciare il mondo così com’è, per immettere nel mondo dinamiche d’amore.

Arturo Paoli (dall’omelia della domenica 29 maggio 2011)

 

Padre Nostro

 

Autore: Giuseppe Persiani

Lettore istituito nella parrocchia di San Lazzaro